Secondo lo Jasolino, medico del '500, il nome " Forìo" deriverebbe da Fiorio in quanto "fiorì" dopo la distruzione di altri Casali
Altri storici studiosi ritengono invece che il nome del comune derivi dal greco phòros, φόρος (ferace - fertile),
altri ancora dal greco chorìon, χωρίον (villaggio). La leggenda, riferita dal D'Ascia, vuole che un abitante del Castello Aragonese, stanco di alloggiare sul castello con quattromila persone, disse "Fuori io!" e se ne andò dall'altra parte dell'isola a fondare questo comune.
Le spiagge del Comune di Forio sono indubbiamente tra le più belle dell'isola. La posizione geografica inoltre permette agli amanti della "tintarella" lunghi orari soleggiati. Tra le più importanti segnaliamo la spiaggia della Chiaia e quella di Citara che ospita parte dei giardini termali "Poseidon".
Classificato tra i più bei tramonti al mondo, quello foriano è davvero un incontro tra natura e poesia. Attrattiva turistica per eccellenza ristora l'anima dal primo all'ultimo raggio.
Nel Comune di Forio è possibile far visita a parchi naturali di inestimabile interesse ed a aree naturali particolari e suggestive.
Risale al 1620, ha pianta a croce latina e l'aula è a navata unica. All'interno è conservata la statua lignea della Madonna della Libera, opera del Settecento, oggetto di venerazione locale;
Eretta intorno al 1596 sulla collina da cui prende il nome, l'aula ha navata unica;
Chiesa di San Leonardo Abate
Sorge al centro dell'abitato di Panza, frazione del Comune di Forio, risale a prima del 1536, anno per il quale risulta la prima documentazione. L'interno è a tre navate con abside e copertura a cassettoni. La decorazione a stucco è opera di Cesare Starace; le tele datate 1775 del Ponticelli Di pregiata fattura un crocefisso ligneo del '600 conservato in sacrestia e una statua della Vergine del Rosario risalente ai primi del '600.
Seconda Parrocchia della frazione di Panza, sorge alla contrada Cuotto. Originariamente cappella gentilizia conserva una tela del Di Spigna e la statua lignea del santo titolare.
Risale al XIV secolo, ma subì una grossa ristrutturazione nel XVI secolo e fu arricchita con stucchi e marmi preziosi nel XVIII. Oggetto di venerazione è la Madonna di Loreto, raffigurata da un'icona su tavola del 1560, opera del pittore Decio Tramontano, incoronata d'oro nel luglio del 1787 da parte del Capitolo della Basilica di San Pietro in Vaticano, successivamente dal cardinale Luigi Lavitrano, su mandato di papa Pio XI, nel 1937 e dal cardinale Giuseppe Casoria nel 1987 (da queste incoronazioni deriva il nome alternativo di Basilica della Beata Vergine Maria Incoronata). Nel novembre del 1989 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignità di basilica minore;
Nella parte alta di Forio, dedicata al protettore di Fiorio, San Vito, elevata alla dignità di basilica minore nel luglio 1988.[4] La chiesa risalirebbe a prima del 1306, fu ampliata a spese dell'Università di Forio all'inizio del secolo XVII e completamente ricostruita tra il 1730 ed il 1750, mentre la facciata fu ultimata nella seconda metà dell'Ottocento. L'aula è a tre navate, decorata a stucco da Francesco Starace. Ricca di opere pittoriche e scultoriche, la più importante delle quali è una statua di San Vito in argento e rame dorato, risalente al 1787 e acquistata coi proventi ricavati dall'imposizione di tassi sui generi di prima necessità.
Risalente al 1655, prospetta sulla piazza Luca Balsofiore (già Piazza San Gaetano), contiene dipinti di Alfonso Di Spigna (1697-1785);
Risalente alla prima metà del XVII secolo, si affaccia sulla piazza del Municipio, ed è dedicata alla Madonna delle Grazie. Danneggiata gravemente da un furioso incendio nel 1670, venne prontamente restaurata. Il pittore Francesco Starace l'ha abbellita con una splendida decorazione a stucco.
Sita nell'abitato di Panza, ha un'unica navata, le prime documentazioni risalgono al 1617. La pala d'altare di autore ignoto risale al 1684, al XIX secolo invece il tondo raffigurante san Leonardo, patrono dell'abitato, una statua lignea dell'Arcangelo Michele e dell'Annunciazione della Vergine oggetto di particolare venerazione.
La chiesa ha un'unica navata con cappelle laterali ed è riccamente decorata a stucco, ha un bel coro ligneo e contiene numerose opere d'arte di pittori, tra cui Evangelista Schiano, e scultori del periodo che va dal XVII al XIX secolo;
Poco fuori dall'abitato di Panza e adiacente al convento agostiniano, anno della sua fondazione è il 1610, ad unica navata conserva una tela della Vergine tra i santi Sebastiano e Gennaro di ignoto autore. Due mezzo busti dei santi Gennaro e Antonio di Padova. Oggetto di particolare devozione, è la statua della Vergine delle Grazie, di recente fattura, sul modello dell'originale conservata in sacrestia.
Eretta a picco sul mare verso la metà del XIV secolo in stile greco-bizantino. Già convento agostiniano, soppresso nel 1653. La chiesa, così come la vediamo oggi risale al 1864. Realizzata secondo i canoni degli antichi comuni marinari, ha una facciata di colore bianchissimo con una scala ricoperta di maioliche del XVIII secolo. L'interno è a una sola navata, con cappelle laterali e abside. Conserva la statua di un Crocifisso del XVI secolo, cui vengono attribuite proprietà taumaturgiche. La chiesa è il simbolo del comune di Forio;
Più conosciuto con tale nome, è intitolato però alla Madonna di Montevergine. Si trova sulla salita che porta al belvedere di Zaro; la sua prima edificazione risale alla metà del '600. Nel 1901 fu utilizzato come lazzaretto, per consentire al medico Giovanni Angelo Patalano (1873-1957) di fronteggiare l’epidemia di vaiolo che aveva colpito Forio. All'interno si trova una pala d'altare raffigurante San Francesco da Paola e Santa Caterina d'Alessandria, opera del pittore Cesare Calise.